La fontanella del neonato: cos'è, dov'è e quando si chiude?

Mamma che tocca delicatamente la testa del neonato dove si trova la fontanella

Scopri tutti i segreti sulla fontanella del tuo bebè

 

La fontanella del neonato, con la sua delicatezza, rappresenta un argomento che causa spesso un’eccessiva preoccupazione nei genitori, e di cui a volte non conosciamo davvero tutte le peculiarità.

La fontanella del neonato è una zona molle presente sulla testa del bambino appena nato, dove le ossa del cranio non si sono ancora completamente saldate. Serve a facilitare il passaggio nel canale del parto e permette al cervello di crescere rapidamente nei primi mesi di vita.

In questo articolo vediamo tutte le caratteristiche più nel dettaglio (dove si trova, a cosa serve, come può essere), così da scoprirne ogni segreto ed eliminare dubbi e preoccupazioni al riguardo.

Dove si trova la fontanella nei neonati?

Prima di tutto, occorre sfatare un mito: tendiamo a nominare la fontanella sempre al singolare, ma non tutti sanno che in realtà i bebè hanno ben sei fontanelle. Come accennato in precedenza, si tratta molto semplicemente di spazi del cranio molli e membranosi, formati da tessuto fibroso, e sono situate nei punti in cui si incontrano almeno due diverse suture craniche.

Come abbiamo detto, le fontanelle sono sei e fanno tutte parte del cranio del neonato:

  • la fontanella principale, quella anteriore, si trova appunto nella zona frontale della scatola cranica, tra l’osso della fronte e le due ossa parietali. È la più semplice da individuare, in quanto è proprio alla sommità della testa ed è la più grande tra le sei;
  • la fontanella posteriore è situata invece più indietro, nel punto in cui si incontrano l’osso occipitale e le due ossa parietali;
  • ci sono poi due fontanelle sfenoidali (o antro-laterali), situate a destra e sinistra del cranio, tra l’osso sfenoide, l’osso parietale, l’osso temporale e l’osso frontale;
  • infine, due fontanelle mastoidee: sono posizionate in modo pari e simmetrico tra l’osso temporale, l’osso occipitale e l’osso parietale.

L’anteriore e la posteriore vengono considerate le fontanelle maggiori, mentre le sfenoidali e le mastoidee sono categorizzate come fontanelle minori.

A cosa serve la fontanella nei neonati?

Le fontanelle sono aree della testa del neonato formate da tessuto fibroso, morbido ma, contrariamente a quanto si pensi, al tempo stesso molto resistente. La loro funzione principale è facilitare il passaggio del bambino attraverso il canale del parto. Durante la nascita, queste strutture si sovrappongono leggermente tra loro, rendendo la testa più flessibile ed elastica, così da agevolare l’uscita dal corpo materno.

Ma non finisce qui: un’altra funzione fondamentale delle fontanelle riguarda lo sviluppo del cervello. Nei primi mesi di vita, infatti, il volume cerebrale aumenta rapidamente, continuando a crescere fino ai 18-20 anni. Per questo motivo è necessario che il cranio del neonato non sia completamente rigido, ma in grado di adattarsi a questi cambiamenti. Anche la circonferenza cranica cresce in modo significativo per offrire una protezione adeguata al cervello in espansione. Proprio per questo, il pediatra controlla regolarmente questo parametro durante le visite di controllo.

Mamma che tiene delicatamente la testa del neonato con fontanella in primo piano

Come può essere la fontanella?

È molto importante, al fine di non spaventarsi troppo e di sapere quando chiedere supporto medico, conoscere i diversi modi in cui può apparire una fontanella, la quale non è sempre uguale a sé stessa.

Vediamoli uno a uno, considerandone le motivazioni e le azioni da svolgere in ogni caso.

Fontanella neonato infossata

Quando la fontanella risulta infossata (o depressa), ovvero quando la si palpa al di sotto delle ossa, può essere indice di disidratazione o malnutrizione nel bambino. È possibile quindi prenderla come campanello d’allarme, tenendo sotto controllo anche altri eventuali sintomi: sonnolenza eccessiva, labbra secche, scarsa urinazione, mancanza di lacrime durante il pianto.

Il consiglio è quello di contattare il proprio pediatra, per valutare una reidratazione con soluzioni di acqua e sali minerali o una terapia che garantisca la corretta assunzione delle sostanze nutritive.

Fontanella neonato gonfia

Se la fontanella viene palpata in un momento in cui il bambino è sdraiato o sta piangendo, è normalissimo che appaia gonfia e leggermente bombata al tatto.

Nel momento in cui la fontanella venga percepita sporgente, tesa o sollevata, quando il bambino è tranquillo e seduto, invece, la fontanella gonfia potrebbe essere da verificare col pediatra per accertarsi che tutto vada bene.

È opportuno rivolgersi al pediatra, soprattutto quando a tutto questo si aggiungono febbre o altri sintomi insoliti.

Fontanella che pulsa

Una fontanella che pulsa sporadicamente è perfettamente normale. Toccandola con delicatezza, oppure osservandola da vicino con attenzione, è comune notare piccoli moti di sollevamento e abbassamento dei tessuti.

Se però la fontanella inizia a pulsare in modo rapido, smisurato e senza sosta, è opportuno rivolgersi al proprio medico. Si tratta di una condizione spesso legata a febbre alta o altri malesseri, ma è bene accertarsi con il pediatra che tutto sia sotto controllo.

Quando si chiude la fontanella?

La fontanella anteriore si chiude verso il diciottesimo mese di vita del neonato, quindi quando il bambino ha circa un anno e mezzo

La fontanella posteriore tende a chiudersi molto prima: di solito tra la sesta e l’ottava settimana dopo la nascita. Le fontanelle sfenoidali si chiudono verso il sesto mese di vita. Le fontanelle mastoidee si chiudono tra il sesto e il diciottesimo mese di vita.

A volte succede che le fontanelle si chiudano precocemente, prima dei 4 mesi di vita. Si parla invece di chiusura tardiva quando una o più fontanelle continuano a essere presenti anche dopo i 2 anni di vita. Sono casi abbastanza rari, che possono essere legati a malattie congenite o a difficoltà nel processo di ossificazione.

Cosa succede se la fontanella si chiude in ritardo?

Un ritardo nella chiusura delle fontanelle deve sempre essere valutato nel contesto di una visita pediatrica completa. È importante considerare la presenza di eventuali altri segni clinici che possano aiutare a orientare la diagnosi.

Alcune condizioni, come l’ipotiroidismo e il rachitismo dovuto a carenza di vitamina D, così come alcune sindromi genetiche, tra cui la sindrome di Down, possono essere associate a un ritardo nella formazione delle ossa del cranio e quindi a fontanelle più ampie del normale per l’età del bambino.

In linea generale, quando le fontanelle dei bambini non sono completamente chiuse, è molto importante riservare una particolare cura alla testa del bebè. Sono formate da tessuti elastici e resistenti, ma come abbiamo detto si tratta comunque di zone delicate, come del resto lo è l’intero corpo del bambino.

Ricorda quindi di far controllare le fontanelle ogni volta che ti rechi dal pediatra, ma non tenere il tuo piccolo sotto una teca di vetro: puoi lavargli la testa, pettinarlo, asciugarlo e accarezzarlo senza problemi, tutte le volte che vuoi.

Domande frequenti

Essendo così delicata, la testa del bambino può causare dubbi e domande per i genitori cerchiamo di rispondere di seguito alle domande più frequenti:

È sicuro toccare le fontanelle dei neonati?

Molti genitori temono che toccare la fontanella possa causare dolore o addirittura danni al cervello del neonato. In realtà, non c’è motivo di preoccuparsi: le fontanelle sono costituite da tessuti molto flessibili e resistenti. Durante il bagnetto, quindi, potete lavare la testa del bambino senza timore, semplicemente avendo cura di farlo con delicatezza e senza premere. Via libera anche a carezze e coccole!

In particolare, poi, il momento ideale per palpare le fontanelle è farlo quando il bambino è seduto, in un momento in cui è fermo e tranquillo. Questa posizione permette al tessuto che le compone di essere quasi allo stesso livello, o poco al di sotto, di quello delle ossa. Toccandole, è possibile sentire una leggera pulsazione.

Cosa fare se il bambino ha la crosta lattea?

Nei neonati è comune osservare una forma di dermatite, nota come dermatite seborroica o crosta lattea, che si manifesta soprattutto sul cuoio capelluto con la presenza di squame spesse e untuose. Molti genitori, vedendo le fontanelle, temono di danneggiare il bambino durante il trattamento per rimuovere la crosta. In realtà, con la dovuta delicatezza, è possibile seguire senza problemi le indicazioni terapeutiche, utilizzando sia i prodotti specifici suggeriti dal pediatra sia un pettinino per rimuovere le crosticine con la dovuta delicatezza.