Le fasi dello sviluppo motorio nel bambino: quando si muove, gattona, cammina

Bambino che gattona per terra

Quali sono i movimenti che fanno i neonati? E quando un bambino inizia a gattonare e a camminare? Una guida a tutte le fasi dello sviluppo motorio del bambino

 

Per un bambino, l’acquisizione delle competenze motorie è un processo lungo, che inizia già alla nascita con quelli che vengono definiti come riflessi innati o arcaici. Con il passare dei mesi, i movimenti del neonato si fanno sempre più consapevoli e complessi, fino ad arrivare al momento in cui inizia a camminare.

In questa guida, trovi tutte le risposte alle tue domande sullo sviluppo psicomotorio del neonato.

Come avviene lo sviluppo psicomotorio del neonato?

Alla nascita tutti i bambini possiedono già una serie di riflessi innati che li accompagnano durante i primi mesi di vita. Alcuni di essi, con il tempo, scompaiono, per lasciare posto a quei movimenti svolti in modo consapevole che vengono acquisiti nelle varie fasi dello sviluppo psicomotorio.

Lo sviluppo delle competenze motorie, infatti, fa parte di un processo cognitivo che inizia alla nascita e progredisce con il trascorrere dei mesi e comprende anche lo sviluppo della vista e del linguaggio. Si tratta di un percorso che, sebbene attraversi delle fasi comuni a tutti i bambini, non può essere considerato standard perché ognuno ha tempi di apprendimento e di sviluppo diversi dagli altri.

Cosa sono i riflessi arcaici?

I riflessi arcaici sono quelle azioni che il bambino è in grado di compiere in maniera involontaria fin dalla nascita. Fanno parte della categoria dei riflessi innati tutte quelle attività che permettono a un neonato di sopravvivere, come la respirazione, la deglutizione e il riflesso di suzione. I bambini appena nati possiedono anche un riflesso di prensione, che permette loro di afferrare qualcosa per breve tempo.

Tra i riflessi che tendono a scomparire quando il neonato impara a compiere movimenti volontari ci sono il riflesso di Moro e quello di marcia automatica. Il primo si presenta quando il bambino, sorretto con il palmo della mano, viene lasciato libero e avverte la sensazione di cadere all’indietro: per istinto, spalanca le braccia, flette il capo all’indietro e solleva le gambe, unendo le piante dei piedi.

Il riflesso di marcia automatica, invece, si presenta quando il bambino viene sorretto sotto le ascelle e mantenuto in posizione eretta: in questo caso sembra che muova le gambe proprio come se cercasse di camminare. In realtà, si tratta del ricordo dei movimenti compiuti quando si trovava ancora nel grembo materno.

Quando un neonato tiene su la testa?

Alla nascita la testa va sorretta perché i bambini non riescono ancora a controllare i muscoli del collo.

Già dalle prime tre o quattro settimane di vita, però, un neonato riesce a tenere su la testa da solo mentre si trova in braccio a un genitore e, già intorno ai due mesi, se messo in posizione supina, solleva la testa e la volta da entrambi i lati.

Quando un neonato agita mani e piedi?

Se, fin dalla nascita, il bambino è in grado di muovere mani e piedi in maniera involontaria, dal terzo mese in poi questi movimenti diventano volontari. Se sulla culla viene posizionata una giostrina, muoverà le mani e i piedi per cercare di toccarla.

Intorno ai quattro mesi, poi, i movimenti delle mani si fanno sempre più consapevoli: i neonati le aprono, le chiudono, le guardano e le usano per afferrare piccoli oggetti, osservarli e portarli alla bocca. Attorno ai 6-7 mesi un bambino ha acquisito una maggiore consapevolezza del proprio corpo, è in grado di manipolare gli oggetti e inizia a sviluppare la coordinazione oculo-manuale.

Quando impara a stare seduto un neonato?

Dai 4 ai 6 mesi, con il progressivo rafforzarsi della muscolatura e dell’apparato nervoso centrale, il bambino impara a stare seduto in maniera autonoma: attorno ai 6-7 mesi la sua capacità di stare seduto è sempre più sviluppata e gli consente di vedere il mondo da una nuova prospettiva.

Quando gattonano i bambini?

Quello tra i 6 e i 12 mesi di vita è un periodo in cui i neonati affrontano grandi cambiamenti e fanno grandi progressi, come iniziare a muoversi in modo autonomo.

Uno dei tanti modi che i bambini usano per esplorare il mondo è quello di gattonare, cioè di spostarsi attraverso una stanza muovendosi carponi, proprio come fanno i gatti.

Una fase, questa, che non tutti attraversano. Alcuni, ad esempio, preferiscono spostarsi da seduti o strisciando. Altri invece, iniziano a stare in piedi e poi a camminare senza fare nessuna di queste cose.

Qualunque sia il modo in cui tuo figlio sceglie di iniziare ad esplorare l’ambiente che lo circonda, è importante che ti assicuri di renderlo confortevole e senza ostacoli che possano intralciarlo o metterlo in pericolo.

Bambino che muove i primi passi insieme al genitore in un parco

Quando iniziano a camminare i bambini?

Il momento in cui si inizia a camminare non è uguale per tutti i bambini. Si tratta di una conquista importante, che viene acquisita in modo graduale a partire dai 9-10 mesi di vita. In questo periodo, i bambini iniziano a stare in piedi, sostenendosi con l’aiuto dei genitori o di alcuni oggetti e muovendosi per la casa aggrappandosi a persone o mobili.

Quando si sentono sicuri, dapprima abbandonano i sostegni e stanno in piedi autonomamente. Poi iniziano a muovere i primi passi.

Una conquista, questa, che non avviene per tutti nello stesso momento. Di solito, la maggior parte dei bambini inizia a camminare intorno ai 12 mesi ma c’è anche chi comincia prima o anche molto più tardi a muovere i primi passi.

Per questo, quando si parla di sviluppo psicomotorio è più corretto parlare di fasi, piuttosto che di tappe.

Perché ogni bambino fa le sue conquiste quando si sente pronto.

Come stimolare il bambino a camminare?

Il migliore aiuto che possono offrire i genitori a un bambino durante la fase in cui impara a stare in piedi e camminare è quello di assecondarlo: stagli vicino offrendogli il tuo aiuto quando lo richiede, ma senza forzarlo a fare qualcosa per cui non si sente ancora pronto.

Sapere di poter contare su di te se ne ha bisogno e sentire che hai fiducia nelle sue capacità è il modo migliore per stimolare il tuo bambino o la tua bambina a camminare. Anche quando sperimenta le prime cadute, è importante mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante, per evitare che la tua paura possa creargli insicurezza e rallentare i suoi progressi.

Favorire lo sviluppo motorio con il tummy time

Già dalle prime settimane di vita, poi, può essere utile favorire lo sviluppo motorio con il tummy time, cioè una ginnastica fatta mentre il bimbo è sdraiato sulla pancia. Nello specifico, il bimbo viene posto a pancia sotto e pian piano inizierà ad alzare la testa, a guardarsi attorno e a sviluppare le sue prime capacità motorie. Infatti, questa attività, proposta per pochi minuti durante il corso della giornata, ha lo scopo di favorire il corretto sviluppo del tono muscolare e della coordinazione articolare.

Nelle prime settimane di vita, è consigliabile adottare un approccio dolce, facendo sdraiare il bimbo sulla propria pancia. Poi, man mano che cresce, il tummy time si può fare mettendo il bimbo a pancia in giù sul fasciatoio e, a partire dal quarto mese di vita, su un tappetone morbido.

Perché il tummy time risulti piacevole e non pericoloso, ricordati di sorvegliare sempre il tuo bimbo quando si trova in questa posizione e di fargli tenere le braccia sotto il petto, così che possa sostenersi più facilmente.