Logopedia bambini: quando portare un bambino dal logopedista?

Bambino si esercita dal logopedista

Scopri che cosa significa affidarsi a un logopedista e come riconoscere i primi segnali di necessità

 

Molto spesso, famiglie e genitori rimangono spaesati quando viene consigliato loro di portare il proprio bambino dal logopedista. I bambini hanno infatti tempi e capacità di apprendimento e di sviluppo del linguaggio diversi, ma in alcuni casi è necessario rivolgersi a dei professionisti per affrontare eventuali problemi o disturbi e dare ai piccoli il supporto di cui hanno bisogno.

Ma che cos’è la logopedia e a cosa serve? Quando è necessario portare i bambini dal logopedista? E come funziona una seduta?

Vogliamo rispondere a tutte queste domande, in modo da aiutarti a capire meglio di che cosa si tratta e come muoverti in caso di bisogno.

A cosa serve la logopedia?

La logopedia è una branca della medicina che si occupa dello studio del linguaggio, con le sue eventuali problematiche.

Può capitare che il percorso di apprendimento del codice linguistico da parte dei bambini sia più tortuoso di quello che ci eravamo immaginati, e che i piccoli facciano fatica e incappino in diversi ostacoli.

È in questi casi che entra in gioco il/la logopedista: un professionista sanitario che lavora sulla prevenzione, sulla valutazione e sulla riabilitazione dei disturbi di voce, comunicazione e linguaggio, sia in età infantile ed evolutiva, sia in età adulta e geriatrica.

Attraverso l’utilizzo di tecniche e specifiche strategie, il logopedista può aiutare il piccolo a riconoscere e superare problemi legati all’apprendimento della lingua, come problemi di pronuncia o connessi alla verbalizzazione, intervenendo se necessario (anche in caso di disturbi dell’apprendimento specifici, come la dislessia) nei percorsi di abilitazione.

Quando portare un bambino dal logopedista

Le ragioni per cui portare un bambino dal logopedista sono molteplici, ma in linea generale spesso accade quando:

  • all’età di 2 anni non ha ancora iniziato a parlare o ha un vocabolario estremamente limitato
  • all’età di 3 anni non riesce a esprimersi in modo comprensibile
  • produce un numero di suoni limitato
  • non riesce a pronunciare alcune lettere o ne cambia l’ordine all’interno delle parole
  • soffre di balbuzie
  • non riesce a deglutire in modo corretto
  • prova difficoltà nella scrittura, nella memorizzazione di nozioni e parole, nella lettura e nel fare calcoli
  • pronuncia scorrettamente le parole o non riesce a impararne di nuove
  • non riesce a concentrarsi e a comunicare efficacemente, e non viene compreso
  • utilizza in modo sbagliato le parole o omette parti importanti delle frasi, semplificandole

Bambina che fa una seduta dalla logopedista

Logopedista bambini: da che età?

A che età andare dal logopedista? Come abbiamo detto, la figura del logopedista può essere utile per sia per i bambini sia per gli adulti e gli anziani.

Nel caso dei più piccoli, il processo di apprendimento del linguaggio è molto variabile: puoi sicuramente stimolare un bambino a parlare, ma i risultati sono estremamente soggettivi.

Generalmente, un bambino di 2 anni dovrebbe essere in grado di pronunciare tra le 100 e le 200 parole circa, e di formulare alcune semplici frasi. Quando questo non avviene, e soprattutto se il piccolo riesce a pronunciare meno di 50 parole, il consiglio è quello di programmare un controllo logopedico per cercare di individuare precocemente (e superare) delle possibili difficoltà.

Puoi quindi rivolgerti al logopedista già a partire dai 2 anni di età per una consulenza, ma puoi addirittura affidarti a questo specialista fin dalla nascita del bebè.

Non esistono né età minime né età massime, ogni bambino ha le sue tappe e puoi rivolgerti ad uno specialista che saprà dissipare i dubbi.

Cosa fa un logopedista per bambini?

Il logopedista può accompagnare i genitori nello sviluppo del bambino fin da quando è un neonato, fornendo assistenza alla suzione in fase di allattamento, occupandosi della comunicazione preverbale del piccolo e infine dedicandosi all’apprendimento del linguaggio verbale in tutte le sue sfaccettature.

Si occupa quindi dei disturbi del linguaggio, della comunicazione, della voce, della deglutizione e dell’apprendimento.

Una volta effettuati dei test specifici, il logopedista analizza il comportamento comunicativo esistente tra il bambino e gli adulti, coinvolgendo la famiglia nell’eventuale trattamento o nelle attività da svolgere in autonomia, e offrendo consigli comunicativi da adottare.

Come si svolge una seduta di logopedia

Non è semplice dare un’unica risposta a questa domanda, perché dipende molto dall’età del bambino, dal disturbo individuato e dalle competenze che devono essere stimolate.

Nel caso di prime sedute di valutazione, il logopedista si concentrerà sull’incontro e la conoscenza dei familiari e del bambino. Verranno poste domande utili a evidenziare il quadro clinico, verranno ascoltati i dubbi e le preoccupazioni dei genitori, e il professionista sottoporrà il piccolo a dei test logopedici.

Una volta ottenuti e restituiti i risultati alla famiglia, si capirà come procedere: se iniziare oppure no una terapia, se rimandarla a un momento futuro (dopo altre visite o dopo l’inserimento a scuola), o se intraprendere un percorso indiretto a casa attraverso la famiglia, con dei momenti di check e confronto periodici.

Se si decide insieme al professionista di iniziare un percorso di riabilitazione logopedica, in linea di massima durante una seduta (che avrà una durata di circa 30-50 minuti) vengono svolte delle attività in linea con gli obiettivi definiti in precedenza.

Di solito, ai bambini sono proposti degli esercizi sotto forma di giochi o di sfide accattivanti.

Ogni percorso è individuale e viene costruito e modellato sulle specifiche difficoltà del bambino o della bambina, ma per esempio possiamo individuare alcuni strumenti ricorrenti:

  • tessere o schede con immagini specifiche, che il piccolo deve descrivere, nominare o ripetere
  • libri illustrati
  • marionette e peluche
  • giochi al computer per stimolare la memoria, l’attenzione e il linguaggio
  • giochi classici, come il memory, la tombola, le costruzioni, le macchinine o il gioco dell’oca

Ovviamente il logopedista si muove in base ai propri metodi, al proprio materiale e soprattutto alla propria creatività, e spesso coinvolge negli esercizi anche i genitori o la famiglia.

È infine molto importante che si riesca a instaurare un rapporto di fiducia tra il piccolo e il professionista, affinché il bambino collabori volentieri ed essere seguito e aiutato con cura.

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