Risvegli notturni nel neonato: perché accadono e come affrontarli con serenità

Madre che nutre il suo bambino con il biberon a letto, durante la notte

I risvegli notturni del neonato sono una fase naturale dello sviluppo. Scopri perché accadono, come gestirli con serenità e quando è il caso di preoccuparsi

 

Per i neogenitori affrontare i frequenti risvegli notturni del loro bambino è una delle prime e più faticose sfide che si trovano ad affrontare in questa loro nuova esperienza. Nonostante si tratti di una cosa del tutto normale e fisiologica, i risvegli notturni possono generare stress, stanchezza e insicurezza. Comprendere perché accadono e come affrontarli con serenità è indispensabile per vivere con maggiore consapevolezza questa fase dello sviluppo del tuo bambino. In questo articolo esploreremo le cause, i segnali da non sottovalutare e le strategie più efficaci per affrontare i risvegli notturni, favorendo un sonno più sereno per te e tutta la famiglia.

Cosa sono i risvegli notturni del neonato?

I risvegli notturni sono brevi interruzioni del sonno durante le quali il neonato si sveglia, piange o richiede l’attenzione del genitore. Possono durare pochi minuti o protrarsi più a lungo, e avvenire più volte nel corso della notte. Per prima cosa, è bene sottolineare che, in particolare nei primi mesi della sua vita, il ciclo del sonno dei neonati è molto diverso da quello degli adulti: si alternano fasi di sonno leggero e profondo molto più frequentemente, rendendo più probabili i risvegli.

Quali sono le principali cause?

Le cause dei risvegli notturni possono essere molteplici, e spesso si combinano tra loro:

  • fame: nei primi mesi, il neonato ha uno stomaco molto piccolo e ha bisogno di nutrirsi frequentemente, anche di notte;
  • disagio fisico: episodi o condizioni quali coliche, dentizione, pannolino bagnato, caldo o freddo possono disturbare il sonno;
  • bisogno di contatto: i neonati hanno bisogno di sentirsi protetti e rassicurati. Il contatto con la madre o il padre è fondamentale per il loro benessere e la loro crescita;
  • sviluppo neurologico: i risvegli possono coincidere con tappe di sviluppo cognitivo o motorio (come imparare a girarsi o a sedersi);
  • cambiamenti ambientali o nella routine: anche minime variazioni possono destabilizzare il ritmo sonno-veglia di un neonato.

Come gestire i risvegli notturni del neonato?

Se vuoi gestire al meglio i risvegli notturni del tuo bambino devi davvero armarti di tanta pazienza. Eccoti alcune strategie che ti possono essere utili per affrontare questi momenti stancanti:

  • tanta accoglienza e calma: rispondi prontamente e con dolcezza ai risvegli per aiutare il neonato a sentirsi sicuro;
  • allattamento o nutrizione adeguata: se il bambino si sveglia per fame, assicurati che abbia mangiato a sufficienza durante il giorno, cosa che può ridurre la necessità di poppate notturne, soprattutto passati i primi mesi di età;
  • controllare le condizioni dell’ambiente circostante: mantieni la cameretta dove dorme il piccolo tranquilla, silenziosa, con una temperatura adeguata (circa 18-20°C);
  • tecniche di contenimento: avvolgi il neonato in una copertina (una tecnica conosciuta come swaddling), o tienilo in braccio per provare a calmarlo più rapidamente;
  • evitare stimoli eccessivi: durante i risvegli notturni, mantieni le luci soffuse e parla a bassa voce per non stimolare troppo il bambino.

Quando preoccuparsi?

In generale, i risvegli notturni sono fisiologici, ma vediamo ora alcuni casi in cui sarebbe bene confrontarsi con il pediatra:

  • se il neonato si sveglia molto spesso e sembra sempre irritabile o inconsolabile;
  • se ha difficoltà a riprendere sonno anche dopo essere stato nutrito e calmato;
  • se i risvegli sono accompagnati da sintomi come febbre, vomito, diarrea o perdita di peso;
  • se ci sono dubbi su problemi di reflusso gastroesofageo, intolleranze alimentari o altri disagi fisici.

L’importanza di creare una routine serale

Una routine serale costante è uno strumento prezioso per aiutare il neonato a distinguere il giorno dalla notte e a rilassarsi prima del sonno. Una sequenza semplice, ripetitiva e rassicurante può includere:

  1. un bagnetto tiepido;
  2. un massaggio con olio o crema;
  3. una poppata al seno o al biberon;
  4. una ninna nanna o una storia raccontata a bassa voce;
  5. l’addormentamento nel lettino o nel lettone, se si pratica il co-sleeping.

Con il tempo, questa routine diventerà un vero e proprio segnale che aiuterà il bambino a prevedere ciò che sta per accadere, favorendo il rilassamento e la regolarizzazione del sonno.

Bambino sorridente durante il bagnetto serale, tenuto tra le braccia della madre

Il ruolo dell’autoregolazione del sonno

Intorno ai 4-6 mesi, alcuni neonati iniziano a sviluppare capacità di autoregolazione del sonno, ovvero la capacità di riaddormentarsi da soli dopo un risveglio. È importante accompagnare questo processo in modo graduale:

  • metti il bambino nel lettino quando è assonnato ma ancora sveglio, in modo da aiutarlo ad associare il lettino al momento dell’addormentamento;
  • evita interventi immediati e costanti a ogni risveglio, se il bambino non piange e sembra tranquillo;
  • dai fiducia alle sue capacità, senza lasciarlo “piangere da solo”, ma offrendogli presenza e supporto.

Co-sleeping: pro e contro

Il co-sleeping (dormire nella stessa stanza o nello stesso letto) è una scelta che fanno alcuni genitori con lo scopo di facilitare l’allattamento notturno e la gestione dei risvegli. Tuttavia, è essenziale praticarlo in sicurezza:

  • utilizza una culla side-bed agganciata al letto;
  • evita di circondare te e il neonato di cuscini, piumoni e materassi troppo morbidi;
  • evita di praticare il co-sleeping se uno dei genitori fuma, assume alcol o farmaci sedativi.

Il benessere dei genitori conta

Affrontare i risvegli notturni non riguarda solo il neonato, ma anche l’equilibrio psicofisico dei genitori. Dormire poco per settimane o mesi può avere effetti negativi sull’umore, la salute e la relazione di coppia. Ti consigliamo sempre di:

  • chiedere aiuto e alternarsi nei risvegli, se possibile;
  • dormire quando dorme il bambino, almeno nei primi mesi;
  • condividere le proprie difficoltà con il partner o con persone di fiducia;
  • parlare con un professionista, come un pediatra o uno psicologo, se la stanchezza diventa sopraffacente.

I risvegli notturni fanno parte della crescita e dello sviluppo del neonato. Sono fasi transitorie che possono causare stanchezza e disagio. Essere a conoscenza di queste situazioni e cercare di affrontarle con serenità può far sì che si rafforzi il legame tra te e il tuo bambino. Sfortunatamente, non esistono soluzioni universali, la linea di principio è semplicemente portare tanta pazienza nell’accompagnare tuo figlio verso un sonno più stabile e rigenerante. Si tratta di un periodo transitorio e fisiologico, fondamentale per la crescita del tuo piccolo.