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Le risposte a tutte le domande sullo svezzamento: quando inizia, quali cibi e bevande si possono introdurre in questa fase della crescita e come proporli al bambino?
La fase dello svezzamento è una delle più delicate e importanti della vita di un bambino, poiché è il momento in cui l’alimentazione si modifica e passa dall’allattamento all’introduzione di cibi solidi.
In questa fase della crescita del neonato, i genitori si trovano spesso a destreggiarsi tra mille dubbi che vanno da quando iniziare a proporre alimenti alternativi al latte a quali siano i più adatti da offrire al proprio figlio.
Anche per il tuo bimbo si sta avvicinando il momento dello svezzamento e non sai bene come fare per proporgli nuovi alimenti? In questo articolo trovi tanti consigli e informazioni utili sull’alimentazione complementare e sui modi migliori per proporla ai neonati.
Cosa significa svezzamento?
Il termine svezzamento viene da sempre usato per indicare quella fase della crescita del neonato in cui si passa dall’allattamento all’introduzione di cibi solidi. La parola svezzamento significa, letteralmente, “togliere un vizio”. In passato, infatti, l’allattamento esclusivo era visto come un vizio.
Oggi all’allattamento viene dato il giusto valore e si preferisce sostituire la parola svezzamento con termini come divezzamento o alimentazione complementare. Una definizione più corretta, quest’ultima, perché rende meglio l’idea del passaggio da un’alimentazione fatta di solo latte con un regime alimentare più vario, che comprende anche altri cibi.
Svezzamento neonati: a quanti mesi si fa?
Secondo quanto stabilito dalle linee guida dell’OMS, supportate dall’opinione di diverse importanti società scientifiche, il latte dovrebbe essere l’unico alimento per il bambino almeno fino al sesto mese di vita.
Lo svezzamento dovrebbe quindi iniziare a partire dai 6 mesi. Fino a questo momento il latte, materno o artificiale, riesce a fornire al bambino tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Tra il sesto e l’ottavo mese di vita, l’introduzione di nutrimenti dovrebbe gradualmente avvenire anche attraverso l’assunzione di cibi solidi.
L’età del neonato, tuttavia, non è l’unico fattore da prendere in considerazione per capire quando iniziare lo svezzamento. Ci sono diversi segnali che indicano ai genitori quando un bambino è pronto per provare cibi nuovi:
- Mostra interesse per il cibo;
- Ha sviluppato le necessarie capacità motorie, che sono saper stare seduto con la testa dritta, deglutire bene gli alimenti ed essere in grado di afferrare il cibo con le mani e portarlo alla bocca;
- Ha abbandonato il riflesso di estroflessione della lingua.
Svezzamento precoce del neonato: cos’è?
Viene definito precoce lo svezzamento che inizia prima del sesto mese, quindi già dal quarto mese.
Alcuni genitori propongono cibi diversi dal latte già dal quarto mese temendo che il latte non sia sufficiente a garantire tutti i nutrienti necessari al neonato o che non mangi abbastanza. In realtà, fino al sesto mese i bambini ricevono dal latte, sia materno, sia artificiale, tutti i nutrienti di cui hanno bisogno.
Come iniziare lo svezzamento
Come si fa ad iniziare lo svezzamento, una volta che ci si accorge che il proprio bambino è pronto ad assaggiare cibi nuovi? La prima regola da seguire è che non ci sono regole precise. Si può decidere di iniziare a proporre alimenti diversi dal latte in qualsiasi momento della giornata, senza preoccuparsi troppo neanche delle quantità, iniziando a sostituire un pasto al giorno.
In questa prima fase, infatti, la proposta di nuovi cibi è sempre affiancata all’allattamento.
Anche per quanto riguarda il primo cibo da proporre, non è detto che debba essere per forza a base di frutta, come accadeva in passato. Si può scegliere di iniziare con gli omogenizzati di frutta, oppure di preparare la classica pappa con una base di brodo di verdure, a cui aggiungere poi una parte di carboidrati costituita da farine come quelle di riso, mais o tapioca, una parte di proteine e anche dei grassi, che possono essere dati dall’aggiunta di olio extravergine di oliva.
Le uniche regole da seguire riguardano la preparazione dei cibi. In particolare, è bene evitare di aggiungere sale alle preparazioni e fare attenzione alla quantità di zuccheri semplici presenti nei prodotti che si propongono al neonato, comprese le tisane e le bevande liofilizzate. In questo modo si potrà offrire al bambino un’alimentazione sana ed equilibrata fin dalla prima infanzia.
Quanta acqua deve bere un neonato durante lo svezzamento?
Fino al sesto mese di vita, per garantire la corretta idratazione del neonato, è sufficiente il latte. Con l’inizio dello svezzamento, invece, è importante iniziare a proporgli anche l’acqua al momento dei pasti.
Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento per la popolazione italiana) stilati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), dai 6 ai 12 mesi i bambini dovrebbero assumere almeno 800 ml di acqua al giorno. Bisogna tenere presente, però, che questo dato comprende anche il latte e l’acqua contenuta nelle pappe che si propongono al neonato, oltre a quella che gli si dà da bere.
In che modo proporre l’acqua al bambino durante lo svezzamento?
Il modo migliore per introdurre l’acqua nell’alimentazione del neonato, almeno all’inizio dello svezzamento, è quello di usare il biberon. Uno strumento che i bambini allattati artificialmente o in maniera mista conoscono già e quindi imparano ad utilizzare più facilmente anche per bere l’acqua. Per quanto riguarda, invece, i bambini allattati al seno, l’uso del biberon, all’inizio dello svezzamento, potrebbe risultare più difficoltoso. Se il bimbo lo rifiuta, è importante continuare a proporglielo, ma senza forzature.
Intorno ai 12 mesi, poi, dal biberon si può passare all’uso di una tazza anti-goccia.